Via Salluard, Pic Adolphe Rey
21/06/2025 Angelino, Ben, Davide e Jony
Quota attacco (m) 3235
Prima ascensione F. Salluard, T. Busi, 1956
Via di straordinaria bellezza in ambiente stupendo. Richiede esperienza e buona tecnica di arrampicata, tutta la progressione si svolge su difficoltà che non sono mai inferiori al V°. Molte relazioni indicano che il passaggio chiave della via sia al secondo tiro gradando questo passo come (V°+ o A0) invece questo passo, se fatto in libera, è almeno di VI+ o addirittura VII c'è la presenza di un chiodo che protegge molto bene il passo e, eventualmente, può essere anche usato per azzerare ma comunque ci si trova in bilico appena passato (la linea tra volare e restare in bilico è troppo sottile), secondo me, invece il passo chiave della via è la lunga e larga fessura Diedro della quinta lunghezza che oppone difficoltà di VI° da proteggere. Molto faticosa sia fisicamente che mentalmente, l'arrampicata richiesta è di opposizioni, dulfer e spaccate mai su nette tacche, era il tiro che è toccato ad Angelino, è stato straordinariamente forte e tenace.
Avvicinamento:
Da Col des Flambeaux, si scende verso la Vallé Blanche e si segue l'evidente traccia in direzione dell'Aiguille du Midi, a un certo punto si stacca una traccia a sinistra verso i satelliti del Monte Bianco, Il Pic Adolphe Rey è il primo torrione granitico che s'incontra partendo dal basso, dislivello di avvicinamento -200 m
Relazione:
Primo Tiro (IV°, 35 m)
Noi abbiamo iniziato dal primo diedro che s'incontra esposto a sud (la variante più difficile V+) al suo termine si arriva ad una facile placca dopo la quale si trova la sosta a spit su catena, in questo tiro a parte uno spit appena partito non c'è proprio niente, però si riesce a proteggere abbastanza agevolmente
Secondo Tiro (VI+ o forse VII oppure A0, VI- 30m)
Dalla sosta la via si articola su facili lame e fessure in direzione di un tettino panciuto e fessurato. Senza grosse difficoltà si arriva al ballatoio sottostante il passo chiave. Sfruttando un rovescio si riesce a rinviare al chiodo della fessura e con un movimento tecnico, in strapiombo (piuttosto faticoso), si vince la pancia portandosi sulla placca superiore (io ho azzerato il passaggio NON senza difficoltà), a mio parere, è almeno VI°+, poi il poco che potevi prendere era unto, Pochi metri dopo il passaggio duro, ci si porta sulla sinistra ove si trova una comoda sosta su cengia, due metri a sinistra c'è la catena di calata
Terzo Tiro (V°+, 25m)
Si risale il sistema di fessure che si diparte dalla sosta sulla destra. Verso metà della lunghezza la fessura che si sta scalando diventa piuttosto larga e oppone due passi piuttosto ostici (V°+), qui torna utile avere un BD da 4 per riuscire a proteggersi ed eventualmente ad azzerare (noi invece avevamo il 3 del BD) S'incontra la sosta su spit e catena
Quarto Tiro (V°+, 35m)
Risalire il diedro posto immediatamente sopra la sosta, poi piegare leggermente a sinistra seguendo una serie di diedrini fessurati che oppongono passi di V° presenza di qualche chiodo e buone possibilità di utilizzare protezioni veloci, si arriva su comoda sosta a spit (da unire con cordino) posizionata su un ampio ballatoio
Quinto Tiro (VI°+, 40m)
Si sale lungo l'evidente diedro posizionato sopra la sosta prima in strapiombetto con due fessure opposte una volta superato la fessura diventa una unica ma larga che richiede tanto sforzo fisico e mentale! dopo l'uscita del diedro si supera un un masso nella parte più debole poi si traversa a sinistra salendo sopra dei massi appoggiati alla parete interrotti da una piccola spaccatura oltre la quale c'è la sosta a spit da collegare
Sesto Tiro (V°+, 20m)
Si sale una parete verticale di 2 metri obliquando a destra sfruttando piccole appoggi per i piedi in attimo si arriva alla sosta spit con catena e anello di calata
Settimo Tiro (V°+, 55m)
La via prosegue per lame e fessure in direzione di un'evidente intaglio (si può salire da destra, e da sinistra o al centro). L'uscita avviene proprio nell'intaglio e, contrariamente a quanto sembra dalla sosta, non oppone difficoltà insormontabili (sempre sul V°). Si arriva in sosta su un comodo ballatoio. (tante relazione consigliano di fare le doppie dal settimo tiro, Davide e Jony invece hanno proseguito fino al nono tiro.
Discesa:
Dalla sosta ci si cala con 5 doppie.
Prima doppia: Da S7 a S6;
Seconda doppia: Da S6 a S4;
Terza doppia: Da S4 a S3;
Quarta doppia: Da S3 a S2;
Quinta doppia: Da S2 alla base
poi dallo lo stesso itinerario si rientra in tenda o al rifugio.