Spigolo dei Fassani
12/07/2025 Jony e Marco
Zona montuosa: Dolomiti Val di Fassa
Difficoltà: IX- (VII+ A3).
Descrizione
a cura di Jony
Tutto parte da Marco che mi dice
"Il weekend del 12/13 Luglio sono libero andiamo a fare qualcosa?"
Come sempre quando il boss chiama
rispondo gasatissimo "Presente!"
Lui non perde tempo e rilancia: “C'è
una Via in Vallaccia che voglio fare da un po' e non ho mai avuto occasione. Lo
Spigolo dei Fassani”.
Guardo i gradi, leggo la storia
della via, rimango impressionato.
Aperta in Artificiale nel 1961 Toni
Rizzi e Toni Gross e liberata solo nel 2018 da Tom Ballard e Bruno Pederiva che
diedero il grado di IX- (7b).
Dico ovviamente va bene anche se so
che per quei 2 o 3 tiri farò esclusivamente da passeggero.
Così arriva il 12/07 sveglia alle 3
di mattina furgone già carico passo a recuperare Marco e si va.
Arrivo alle 6.15 a Pozza di Fassa
comincia la salita e già arrivare all'attacco è tutt'altro che banale: si
scende in canalino detritico disarrampicando, poi si percorre una cengia super
esposta di III grado in conserva protetta e poi una doppia porta all'attacco.
Tanto di cappello ai primi salitori che nel '61 scovarono questa linea.
Ora si parte i primi tiri di V+ e
VI+ sono tutt'altro che banali su roccia marcia e difficile da proteggere,
fortuna c'è qualche chiodo dalla dubbia affidabilità ma psicologico.
Poi arrivano 3 tiri stupendi di VI e
VI+, forse un po' strettini i gradi, ma super divertenti.
Ora si fa sul serio e mi tocca
cedere il comando a Marco.
-
Primo tiro di IX- (7b) parte facile spostandosi leggermente a sinistra
arrivando sotto questa placca leggermente strapiombante a buchi, buchini e
tacchette.
Marco
mette un bel friend prima di cominciare la parte dura, che si sai mai quei
chiodi di 60 anni quanto tengano. Dalla sosta lo sento soffiare e ringhiare,
dev'essere proprio duro sto tiro. Dopo una buona mezz'ora mi urla molla tutto.
Tiro
un sospiro, mi metto lo zainetto e parto. Arrivo alla parte dura devo azzerare
per forza, fortuna ci sono moltissimi chiodini utilizzati per l'apertura in
artificiale (non utilizzabili per proteggersi) ma che mi hanno dato una mano
con l'A0.
Poi
il tiro smolla un po' (6c?) riesco a scalare in libera e devo tirare una munta
solamente per andare in sosta.
-
VIII (6c+) tocca a me, me la sento, vorrei farlo, ma guardiamo l'orario ed è
tardi, ci avrei, con le mie dubbie qualità da scalatore, sicuramente messo
troppo per portare a casa il tiro.
Quindi
con un po' di rammarico lascio andare Marco. Il tiro parte con un boulder molto
duro e poi traversa a destra sotto un tetto ben ammanigliato. Andiamo via
entrambi abbastanza lisci (ovviamente ho azzerato lo start).
-
IX- (7b) tiro chiave della via di 45m. Subito un boulder durissimo in partenza,
poi il tiro smolla un po' fino agli ultimi 20 metri dove ci sono solo i
chiodini dell'artificiale e diventa difficile proteggersi, qui oltre che duro è
veramente pericoloso e mette alla prova la testa (non per deboli di cuore).
Sono
in sosta non vedo Marco e lo sento scancherare, mi preoccupo perchè ci sta
mettendo molto e il tempo sta imbruscando. Dopo circa un'ora sento il fatidico
"molla tutto" e posso riprendere a respirare.
Purtroppo è tardi sono già le 18 e
il meteo non è dei migliori, dovrei salire questo tiro e poi mancano solo le
“facili roccette” per andare in vetta (2 tirelli di V appoggiati su roccia
solida). Quindi la diamo per buona e cominciamo le doppie.
Anche le doppie sono tutto un
programma, almeno 10 calate con soste non sempre evidenti e da andare a cercare.
Ore 20.45 siamo finalmente alla
base, recuperiamo lo zainone e scendiamo in un'oretta al furgone dove mangiamo
qualcosa di caldo beviamo una birretta super meritata e ci mettiamo dormire.
Anche perchè l'idea, meteo permettendo, è di scalare anche Domenica.
Più che una Via è stato un viaggio.
Come sempre complimenti al boss che quando il gioco si fa duro mi fa vedere
quanta strada ancora devo fare!
Mentre scalavamo ho pensato spesso a
chi nel 1961 in 3 giorni ha aperto questa via con i mezzi di allora, che dire
MATTI VERI!