Spigolo dei Fassani
12/07/2025 Marco Gnaccarini e Jonata Rivaroli
Spigolo dei Fassani – Torre Vallaccia (Cima 11 - 2517m)
Sviluppo: 600m RS3
Difficoltà: IX- (VII+ A2 e si possono fare passi su cliff al bisogno).
Materiale: NDA. Una serie completa di friend fino al 3 BD. Utile qualche micro. Portare molti cordini corti in Kevlar per integrare sui chiodini originali dell’apertura in artificiale. Molti rinvii per i tiri duri almeno 15 ma si devono necessariamente scegliere le protezioni migliori. Noi non avevamo le staffe ma possono essere utili se si vuole salire la via completamente in artificiale.
Ore di salita: Avvicinamento 2 ore e 30 considerando cengia di III° grado e calata. 8/10 ore la via
Discesa: 1 ora e 30 le doppie + 1 ora sentiero
Avvicinamento: L’avvicinamento inizia dal parcheggio prima dell’Hotel Soldanella, si imbocca la strada forestale sterrata a destra e poi si prende il sentiero che taglia e punta dritto verso cima 11. Come per tutte le vie in Vallaccia, si arriva al bivacco Zeni e pio bisogna passare sotto alla piramide Armani (guardandola a sinistra), si passa agli attacchi delle vie Urano e Giove, si risale fino ad una sella, si scende dall’altra parte una cinquantina di metri per sfasciumi e si segue per una cengietta dove serve legardi al primo fix con cordone. Presenti 3 fix e due clessidre, arrampicata in traverso sotto a dei tettini e su cengia di roccia e erba, con un tiro da 60 metri non si arriva alla doppia direttamente ma serve fare una sosta intermedia su clessidra dopo un sasso grosso e poi si arriva facilmente alla doppia (attenzione che in questa zona sale la “Via della vera solidarietà” del 2021). Fatta la doppia di 20 metri si arriva in un comodo terrazzino dove attacca la via.
Racconto della salita (a cura di Jonny)
Tutto parte da Marco che mi dice "Il weekend del 12/13 Luglio sono libero andiamo a fare qualcosa?"
Come sempre quando il boss chiama rispondo gasatissimo "Presente!"
Lui non perde tempo e rilancia: “C'è una Via in Vallaccia che voglio fare da un po' e non ho mai avuto occasione. Lo Spigolo dei Fassani”.
Guardo i gradi, leggo la storia della via, rimango impressionato.
Aperta in Artificiale nel 1961 Toni Rizzi e Toni Gross e liberata solo nel 2018 da Tom Ballard e Bruno Pederiva che diedero il grado di IX- (7b).
Dico ovviamente va bene anche se so che per quei 2 o 3 tiri farò esclusivamente da passeggero.
Così arriva il 12/07 sveglia alle 3 di mattina furgone già carico passo a recuperare Marco e si va.
Arrivo alle 6.15 a Pozza di Fassa comincia la salita e già arrivare all'attacco è tutt'altro che banale: si scende in canalino detritico disarrampicando, poi si percorre una cengia super esposta di III grado in conserva protetta e poi una doppia porta all'attacco. Tanto di cappello ai primi salitori che nel '61 scovarono questa linea.
Ora si parte i primi tiri di V+ e VI+ sono tutt'altro che banali su roccia marcia e difficile da proteggere, fortuna c'è qualche chiodo dalla dubbia affidabilità ma psicologico.
Poi arrivano 3 tiri stupendi di VI e VI+, forse un po' strettini i gradi, ma super divertenti.
Ora si fa sul serio e mi tocca cedere il comando a Marco.
- Primo tiro di IX- (7b) parte facile spostandosi leggermente a sinistra arrivando sotto questa placca leggermente strapiombante a buchi, buchini e tacchette.
Marco mette un bel friend prima di cominciare la parte dura, che si sai mai quei chiodi di 60 anni quanto tengano. Dalla sosta lo sento soffiare e ringhiare, dev'essere proprio duro sto tiro. Dopo una buona mezz'ora mi urla molla tutto.
Tiro un sospiro, mi metto lo zainetto e parto. Arrivo alla parte dura devo azzerare per forza, fortuna ci sono moltissimi chiodini utilizzati per l'apertura in artificiale (non utilizzabili per proteggersi) ma che mi hanno dato una mano con l'A0.
Poi il tiro smolla un po' (6c?) riesco a scalare in libera e devo tirare una munta solamente per andare in sosta.
- VIII (6c+) tocca a me, me la sento, vorrei farlo, ma guardiamo l'orario ed è tardi, ci avrei, con le mie dubbie qualità da scalatore, sicuramente messo troppo per portare a casa il tiro.
Quindi con un po' di rammarico lascio andare Marco. Il tiro parte con un boulder molto duro e poi traversa a destra sotto un tetto ben ammanigliato. Andiamo via entrambi abbastanza lisci (ovviamente ho azzerato lo start).
- IX- (7b) tiro chiave della via di 45m. Subito un boulder durissimo in partenza, poi il tiro smolla un po' fino agli ultimi 20 metri dove ci sono solo i chiodini dell'artificiale e diventa difficile proteggersi, qui oltre che duro è veramente pericoloso e mette alla prova la testa (non per deboli di cuore).
Sono in sosta non vedo Marco e lo sento scancherare, mi preoccupo perchè ci sta mettendo molto e il tempo sta imbruscando. Dopo circa un'ora sento il fatidico "molla tutto" e posso riprendere a respirare.
Purtroppo è tardi sono già le 18 e il meteo non è dei migliori, dovrei salire questo tiro e poi mancano solo le “facili roccette” per andare in vetta (2 tirelli di V appoggiati su roccia solida). Quindi la diamo per buona e cominciamo le doppie.
Anche le doppie sono tutto un programma, almeno 10 calate con soste non sempre evidenti e da andare a cercare.
Ore 20.45 siamo finalmente alla base, recuperiamo lo zainone e scendiamo in un'oretta al furgone dove mangiamo qualcosa di caldo beviamo una birretta super meritata e ci mettiamo dormire. Anche perchè l'idea, meteo permettendo, è di scalare anche Domenica.
Più che una Via è stato un viaggio. Come sempre complimenti al boss che quando il gioco si fa duro mi fa vedere quanta strada ancora devo fare!
Mentre scalavamo ho pensato spesso a chi nel 1961 in 3 giorni ha aperto questa via con i mezzi di allora, che dire MATTI VERI!